Finalmente vado a fare visita al Centro Interculturale delle Donne di Cologno Monzese. Per la prima volta faccio un tragitto così lungo in metropolitana, fino a che, risalendo in superficie, la metro oltrepassa i confini di Milano in direzione nord est. Uscendo dalla metropolitana tutto quello che vedo è grigio e alti palazzoni anche questi grigi. Seguo le indicazioni di C. (ah giusto, come sono arrivata in questo posto? Grazie alla mia supervisor del tirocinio, che ha fondato e gestisce insieme ad alcune colleghe il Centro, è lei che mi ha invitato) e arrivo alla Scuola elementare che ospita il Centro. Chiedo del Centro delle Donne e mi scontro con C. e un’altra donna impegnate a trasportare un materasso, mi affidano ad una terza signora con il compito di farci da guida, farci fare il tour! La signora è evidentemente straniera (non le chiedo di dove), ma in un ottimo italiano ci conduce nel corridoio del Centro spiegandoci tutto a cominciare dallo sgabuzzino “porta-prendi”, uno stanzino dove chi vuole porta quello che non gli serve più e chi ne ha bisogno lo prende (vestitini per bambini, lettini, carrozzine, scarpe, ecc..), nel retro dello sgabuzzino c’è una piccola cucina. Continuando nel corridoio mi assale un profumo di pane caldo e un vociare allegro. Bambini passano per il corridoio spostando sedie da una stanza all’altra seguiti da una ragazza in mini gonna verde acido e tacchi a spillo. La mia guida mi spiega qual è l’aula delle lezioni di italiano, l’aula “spazio-giochi dei bimbi”, l’aula “laboratorio” con i computer e le macchine da cucire e i materassini per la ginnastica. Tutte le aule hanno un’aria accogliente, pareti fresche e colorate, tende verdi alle finestre, tappeti e cuscini per terra. Nella seconda stanza mi invitano ad entrare, imito le altre togliendomi le scarpe all’ingresso (che buffo, mi ricorda molto le case marocchine) e mi siedo su un cuscino, lasciando le sedie alle signore più grandi. Sorprendentemente vedo anche un paio di signore anziane italianissime, una ragazza con il suo bimbo appena nato, una ragazza dall’aspetto non saprei dire se medio orientale o sudamericano, con nome e parlata italianissimi (poi scopro essere peruviana, ma nata in Italia), alcune signore velate di varia provenienza, un bambino che non capisco essere figlio di chi, perché tutte a turno lo vanno a recuperare quando si avvicina al tavolino dove man mano chi entra appoggia il proprio pane. Infatti, non ho detto che l’incontro di oggi ha come tema il PANE. Ora si spiega il profumo! Una giovane donna entra con una pagnotta intrecciata gialla e lucida, seguita da una signora con dei bellissimi capelli neri intrecciati sulla nuca. Iniziamo a parlare di pane, delle varie tradizioni legate al pane, ognuno dice quello che si usa fare nel proprio paese, nella propria regione, nelle proprie famiglie. La ragazza albanese raccoglie i racconti della suocera che non parla italiano e li traduce, le signore italiane ricordano le tradizioni delle loro mamme e nonne, lamentano di non essere più in grado di fare il pane e chiedono trucchi e segreti degli impasti delle altre donne lì presenti. Tutte lo cuociono con sistemi diversi. Dopo questa chiacchierata, con tanto di presentazione power point, ci lanciamo all’assaggio dei vari pani, poco dopo arriva anche la ragazza della mini verde acido con il seguito di bambini che portano con aria fiera una pagnotta alle olive appena sfornata (ma come ha fatto a tenerli buoni, farli impastare e infornare in così poco tempo e il tutto con quei tacchi?!).
Nel frattempo una signora argentina bionda racconta alle altre di aver trovato lavoro in un laboratorio e le altre si rallegrano per lei, che magari passerà il contatto ad un’altra in cerca di occupazione. Si fa ora di andare, aiuto una ragazza marocchina a portare giù il passeggino dalle scale e mi accompagna, con i suoi due bimbi, alla fermata della metro. Sposata con un egiziano, viene fuori che suo cognato vive a Saronno, mi racconta che le piacerebbe lavorare non appena il suo piccolo inizierà ad andare a scuola e con un sospiro mi dice che ha una grande nostalgia di casa e che la vita in Italia è molto dura. Eppure l’ho vista sorridere serena tutto il tempo mentre eravamo al Centro, penso. Ma allora, il solo fatto di far dimenticare i problemi alle donne, anche soltanto per un pomeriggio alla settimana, non è il più importante indice di successo del Centro?
Nel frattempo una signora argentina bionda racconta alle altre di aver trovato lavoro in un laboratorio e le altre si rallegrano per lei, che magari passerà il contatto ad un’altra in cerca di occupazione. Si fa ora di andare, aiuto una ragazza marocchina a portare giù il passeggino dalle scale e mi accompagna, con i suoi due bimbi, alla fermata della metro. Sposata con un egiziano, viene fuori che suo cognato vive a Saronno, mi racconta che le piacerebbe lavorare non appena il suo piccolo inizierà ad andare a scuola e con un sospiro mi dice che ha una grande nostalgia di casa e che la vita in Italia è molto dura. Eppure l’ho vista sorridere serena tutto il tempo mentre eravamo al Centro, penso. Ma allora, il solo fatto di far dimenticare i problemi alle donne, anche soltanto per un pomeriggio alla settimana, non è il più importante indice di successo del Centro?
5 comentarios:
Molto bello, cara. Ho piacciuto tantissimo... In boca luppo!
Bello questo... decido di entrare in "miblanCasablanca", e mi trovo un blog pieno di diverse lingue, culture... e un viso molto conosciuto... poi, do anche viso a chi, finora, solo aveva nome per me...
Bellissima la descrizione della tua serata a Milano... serate che, purtroppo, non si sentono in giro, di queste non si parla... nemmeno di un centro come questo di Cologno Monzese... chissà perché...
Forse perché sarebbe dare troppo colore a questa citta grigia come è Milano...
Spero non vi sia dispiaciuto questo mio "impicciarmi"...
soprattutto adottando una lingua che ho fatto mia...
eh sì, la vita è dura a Milano... ma io non mi lamento, perché sarebbe peccare, offendere a chi veramente potrebbe farlo... e, perfino, continuano a sorridere semplicemente parlando di pane...
veramente bello...
grazie per condividerlo con noi...
besos milaneses de una madrileña,
cris
Bello leggerti, Cristina.
Per che questo "blog pieno di diverse lingue, culture... e un viso molto conosciuto..." divente rialità manca soltanto 3settimane per te.
Ci vediamo a Casa fra pocco.
Baci
Cristina! Grazie per il tuo commento, fa proprio piacere. Allora, quando ci troviamo per quel famoso aperitivo che io ho bidonato?! A presto, giulia
Anche a me piacerebbe andarci!!!!
Tantti baci a tutte e due!
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