lunes, 22 de octubre de 2007

In viaggio con Mafalda


Qui, da Casablanca tutto procede nel migliore dei modi. Vi scrivo per raccontarvi una storia che ha dell’incredibile. Lunedì scorso ho conosciuto Quino, l’autore di Mafalda!!!! Dunque comincio dal principio. A gennaio avevo letto in una rivista che a maggio ci sarebbe stato un festival dei cartoni animati a Meknes e che ospite d’eccezione sarebbe stato Quino. Però non ci avevo pensato più di tanto, ero convinta che a maggio sarei stata da qualche parte per lo stage (mi sto un po’ complicando con i tempi verbali!). Settimana scorso mi ritrovo con un altro articolo in cui si parla del festival. Cerco informazioni su internet per capire esattamente in che data verrà Quino. Su internet quattro articoli mettono quattro date diverse, trovo il numero di telefono dell’Istituto Francese di Meknes che organizza il Festival, ma mi rispondono che non sanno niente di Quino. Decido di andare comunque il lunedì, giorno in cui, secondo uno dei vari articoli ci sarebbe stata l’inaugurazione della mostra “In viaggio con Mafalda”, e convinco Veronica, una mia amica venezuelana a venire con me. Partiamo la mattina in treno, arrivate all’istituto francese ci dicono che ci sarà un vernissage (?!) alle 18, ma non si capisce bene se Quino viene o no, nessuno sembra saperlo. Ci facciamo un giro della città e torniamo nel pomeriggio. Apparentemente siamo le uniche in attesa (io ansiosa) di Quino, tutti gli altri sembrano lì per caso. Alle sei arriva una macchina da cui scendono quattro persone e due vecchietti (è lui è lui), noi ci avviciniamo e io credo di avere un sorriso che mi va da orecchia a orecchia. Sento che questi quattro parlano tra loro in italiano, uno di loro si gira e vedendo che li fisso e il mega sorriso mi dice “Bonjour” e io “SALVE”. E lui “sei italiana?” e io sì, e che ci fai qui e lei è venezuelana e che ci fa qui…il solito. Poi mi dice il suo nome, Igor, il manager di Quino e mi si accende una lampadina. Questo nome io lo conosco, è il responsabile di Quino in Italia e lo avevo intervistato via mail per la mia tesi (vi ricordate, la tesi sulla traduzione di Mafalda all’italiano?). Glielo dico e incredibilmente si ricorda, mi chiede della tesi ecc ecc e io gli chiedo se è un problema se facciamo una foto con Quino. Lui, ma va, te lo presento e io bum bum, ok. Quino arriva e ci si piazza davanti. Sembra più teso e più intimidito di me. Però allo stesso tempo sembra super interessato, ci chiede che facciamo lì, ci fa un sacco di domande su come ci pare il Marocco, parla con Veronica del Venezuela e con me di Milano, dove ha vissuto tanti anni e ha un appartamento in zona De Amicis. Mi dice che gli sembra che la vita culturale a Milano sia molto peggiorata rispetto agli anni settanta ottanta, quando ci viveva lui. Tiro fuori l’argomento tesi e parliamo un po’ della traduzione di Mafalda, mi racconta che quando era arrivato in Italia per pubblicare Mafalda, non conosceva bene la lingua, però adesso che parla bene gli sembra che la traduzione non sia il massimo. Gli dico che (casualmente!) ho una copia della tesi nella borsa, che se gli interessa leggerla gliela lascio, anche se ormai l’ho discussa per cui non è niente di urgente. La prende e la tiene in mano tutta dico tutta la sera (con telecamere e macchine fotografiche che lo riprendono!). Dopodiché si allontana perché inizia il “vernissage”. Il direttore dell’istituto lo presenta e presenta l’esposizione e lui, ancora più nervoso di quando parlava con noi, dice due parole: “Io sono un disegnatore e noi disegnatori faremmo meglio a disegnare anziché a parlare!” adorabile. Dopodiché io e Veronica ci buttiamo sui salatini e andiamo a salutare prima di avviarci a prendere il treno (l’ultimo per Casablanca, che rischieremo di perdere). Quino ci presenta sua moglie, che si interessa tantissimo a Veronica, che è ingegnere industriale e sta facendo uno stage qui a Casablanca con una organizzazione internazionale che si chiama AIESEC. Risulta che la signora Quino è chimica e anche lei ha fatto una esperienza simile negli anni cinquanta in Francia e ci racconta tutta la storia. Alla fine dobbiamo interromperla perché si è fatto tardi, salutiamo e ringraziamo di cuore. Corriamo alla stazione dove prendiamo il treno al pelo. Felicissima e incredula, mi dico che la vita è proprio incredibile, incontrare Quino in Marocco mai me lo sarei immaginato!!!!

No hay comentarios: